Ancora una volta Lui. Ancora una volta una prestazione imbarazzante dell’arbitro brindisino. E pensare che anni fa era indicato come quello che sarebbe diventato il migliore d’Italia. Utopia. Al momento faticherebbe anche a stare appresso a dei bambini della categoria Esordienti. La gara in questione è quella di dieri allo stadio Olimpico di Roma, Lazio-Milan terminata con la vittoria dei lombardi per 1-0 grazie alla rete nei minuti finali dello svizzero Okafor (aveva segnato alla Lazio anche all’andata). Marco Di Bello è l’arbitro che alla 2^ giornata di Serie A in Juventus-Bologna non aveva concesso un lampante calcio di rigore al Bologna per atterramento di Iling Jr (JUV) su Ndoye (BOL) a un metro dalla linea di porta, non corretto dal VAR Fourneau nell’occasione. E per questo l’AIA li aveva fermati per un mese. Adesso Di Bello sarà fermato di nuovo per un lungo stop. E poi? A cosa serve fermarlo ancora? La serietà dell’AIA dovrebbe stare nel toglierlo di mezzo fino a fine stagione perché è un arbitro che non sa arbitrare ed è pericolosissimo ai fini della classifica della stessa Serie A. In tutte le zone, dalla Champions fino alla salvezza.
Il primo episodio controverso ieri è stato il rigore chiesto dalla Lazio per atterramento del portiere milanista Maignan su Castellanos in area rossonera. La situazione è molto al limite e sono d’accordo sul fatto che qui non fischiare il rigore non sia assolutamente un errore ma da questo momento l’assoluto protagonista della gara è stato proprio lui. E chi si aspettava Immobile, Luis Alberto, Felipe Anderson, Leao, Giroud, è rimasto sicuramente deluso.
Minuto 57: espulso LUCA PELLEGRINI (LAZ) per doppia ammonizione per aver strattonato PULISIC (MIL) sulla linea del fallo laterale davanti le panchine dopo che Di Bello non ha fischiato un presunto fallo di gioco su Castellanos (LAZ) rimasto a terra. Allora spieghiamo bene la cosa: qui Di Bello non sbaglia a non fischiare poiché solamente in caso di interventi alla testa l’arbitro deve interrompere il gioco per accertarsi della situazione. Il gioco prosegue e il pallone arriva a Pulisic sull’out di destra che viene fermato in malomodo dall’esterno Pellegrini. Ci sta il doppio giallo per il terzino laziale e il conseguente allontanamento.
Minuto 94: espulso ADAM MARUSIC (LAZ) per proteste. Qui non si vede bene il labiale del giocatore laziale ma sicuramente deve aver detto qualcosa di troppo pesante all’indirizzo dell’arbitro pugliese, tanto è vero che lo stesso terzino laziale non protesta più di tanto nel ricevere il cartellino rosso. Però l’arbitro Di Bello si dimostra molto permaloso.
Minuto 96: espulso MATEO GUENDOUZI (LAZ) per fallo di reazione sul solito PULISIC (MIL). C’è il fallo del giocatore rossonero sul laziale ma quest’ultimo reagisce alzando le mani si di lui. A Di Bello non sembra vero estrarre il terzo cartellino rosso della serata ai danni dei biancocelesti. Qui sinceramente bastava il giallo senza andare oltre, calcolando che siamo al 96° minuto e che hai già fatto abbastanza danni nella serata.
Adesso il presidente dell’AIA Carlo Pacifici, il designatore dell’AIA Gianluca Rocchi, debbono fermarsi e pensare a ripulire la categoria. Gli Orsato, i Di Bello, i Rapuano, i Massa, i Guida, i Chiffi e i Pairetto hanno fatto il tempo loro. Bisogna dismetterli subito. Lasciare il passo ai giovani che solo così potranno crescere. La discriminazione sociale tra categoria A e categoria B ideata dallo scellerato Nicchi ha portato a questa immaturità degli arbitri di oggi. Quando bastava dosarli partita per partita e permettergli palcoscenici da sogno ogni qualvolta il loro rendimento fosse stato elevato. Oggi ci troviamo ancora a scrivere di questo o di quello in modo più che pesante. E poi basta con questa omertà. L’arbitro è un addetto ai lavori e il tifoso deve conoscere la sua voce, la sua idea, il suo modo di operare e ragionare. Non ci si può nascondere sempre dietro i divieti di un’associazione ridicola quale essa sia l’AIA. Il fatto che fermino Di Bello per 1 o 2 mesi non comporterà nulla sulla classifica oggi della Lazio, ma ieri del Bologna o della Roma o della Fiorentina. Allora su questo punto forse aveva ragione Josè Mourinho -anche se lui esagerava beatamente- sull’incapacità arbitrale. Chiediamogli scusa almeno in questo.